Chiesa ed ecclesiologia dalla Rivoluzione francese al Concilio Vaticano II
DOI:
https://doi.org/10.17421/ATH391202501Parole chiave:
Ecclesiologia, secoli XIX e XX, Societas perfecta, Ultramontanismo, Scuola di Tubinga, Corpo di Cristo, Popolo di DioAbstract
L’articolo vuole ripercorrere a grandi linee il percorso dell’ecclesiologia tra la Rivoluzione francese e il Concilio Vaticano II. In questo intervallo di tempo vi sono come due linee parallele di produzione teologica sulla Chiesa. Una linea è quella dei manuali e dei trattati, con un approccio nel complesso giuridico e apologetico: questa linea si rafforza nella seconda metà dell’Ottocento, grazie allo sviluppo della presentazione della Chiesa come societas perfecta et inaequalis; e grazie anche all’affermazione e difesa dell’autorità pontificia negli ambienti ultramontani. L’altra linea è rappresentata da una serie di autori di monografie: in essi si riscontrano approcci innovativi. Tali approcci sono consistiti nella riscoperta della Chiesa come organismo vivo guidato dallo Spirito Santo e inserito nella storia; nell’uso di nuove categorie per presentare la Chiesa, quali corpo di Cristo e popolo di Dio; nella spiegazione della Chiesa come sacramento originario; nella riflessione sui rapporti tra Chiesa ed Eucaristia; nella nascita di studi teologici sull’ecumenismo e sul laicato. Nessuno di tali nuovi approcci giunse ad essere dominante, ma tutto questo processo permise alla teologia sulla Chiesa di giungere al Vaticano II con una grande ricchezza di proposte, di contenuti, di metodologie.