Il “remedium concupiscentiae” nella teologia del matrimonio. Profilo storico-critico

Autori

  • Cormac Burke

Abstract

Sommario: I. La concupiscenza e il matrimonio: posizioni teologiche: 1. Il “remedium concupiscentiae” come uno dei fini del matrimonio. 2. La concupiscenza: un male presente nel matrimonio? 3. Transizione: dal matrimonio colpito dalla concupiscenza, alla concupiscenza “rimediata” dal matrimonio. 4. Il secolo xx: ottimismo poco realistico (?) e realismo pessimistico (?) - II. Concupiscenza e amore coniugale: un’analisi più profonda: 1. Concupiscenza, normale [semplice] desiderio sessuale, e desiderio coniugale. 2. Una valutazione morale più completa dell’atto coniugale III. Amore matrimoniale e castità coniugale: 1. Riscoprire l’amore coniugale come era “nel principio”. 2. La purificazione dell’amore coniugale dalla eccessiva sensualità. 3. La castità libera l’amore coniugale. 4. Il “rimedio” della concupiscenza: la castità. 5. La castità, come la crescita nell’amore, è per i forti - Conclusione.

Fino al Concilio Vaticano II l’espressione remedium concupiscentiae indicava uno dei fini secondari del matrimonio, tradizionalmente inteso come una sorta di “legittimazione” della sessualità disordinata. Quest’articolo si propone di corregere una tale impostazione, che comporta una visione distorta della santità matrimoniale, riprendendo la dottrina agostiniana e tomassiana, e anche la teologia del corpo di Giovanni Paolo II. Qui si sostiene che la concupiscenza (che è diversa dal vero amore sessuale) è una forza che bisogna combattere e andare via via purificando nella vita matrimoniale, in tal modo che i coniugi si aprano reciprocamente nel dono di sé. Il matrimonio diventa così una chiamata alla crescita nell’amore, in uno sforzo degli sposi, sorretti dalla grazia, per conquistare la purezza e la casta donazione che è propria dell’originale condizione sessuale-coniugale umana.

Until the Second Vatican Council, the expression remedium concupiscentiae indicated one of the secondary aims of marriage, and it was traditionally understood as a mere “legitimation” of disordered sexuality. This paper tries to correct that image, which involves a distorted representation of marital sexual relations, taking up the Augustinian and Thomistic doctrine, and also John Paul II’s theology of the body. The author affirms that concupiscence (which is different from true sexual love) is a force which one must fight against and purify step by step. Then marriage becomes a call for growth in love, through the spouses’ effort, sustained by grace, to achieve the purity and the chaste selfgift that is proper to the original sexual-marital human condition.

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Pubblicato

2007-11-30

Fascicolo

Sezione

Studi