La preesistenza delle perfezioni in Dio. L'apofatismo di San Tommaso

Autori

  • Miguel Pérez de Laborda

Abstract

Sommario: I. Penitus manet ignotum? - II. Le due dimensioni del problema : incomprensibilità e conoscibilità: 1. Commento al “De Trinitate”. 2. Summa contra Gentiles - III. Significare la sostanza divina - IV. La preesistenza delle perfezioni in Dio - V. Conclusione.

In questo articolo si difende che la tesi di san Tommaso dell’impossibilità di conoscere l’essenza di Dio non va interpretata semplicemente nel senso che essa non si può comprendere perfettamente, ma nel senso che la sua essenza resta, alla fine dei nostri sforzi razionali, assolutamente sconosciuta, cioè neanche parzialmente o imperfettamente conosciuta.

Ciò non implica però che l’uomo che indaga su Dio con le sue sole forze razionali sia condannato al silenzio. Infatti, si possono dire cose vere su Dio, in quanto Gli possiamo attribuire le perfezioni che si trovano nelle creature, che preesistono in Lui in modo eminente. Questa attribuzione, però, non implica una conoscenza parziale dell’Essenza di Dio.

In this article Aquinas’ thesis on the impossibility of knowing the Essence of God is studied. It is proposed that it should not be interpreted simply that one cannot know the Essence of God perfectly, but that his Essence remains absolutely unknown, i.e. not even partially or imperfectly known, at the end of our rational enquiry.

This does not, however, imply that the man who investigates the nature of God only with his rational efforts should be condemned to silence. In fact, one can say something true on God, in so far as one can attribute to Him the perfections found in creatures, perfections that preexist in Him eminently. Such attribution, however, does not imply a partial knowledge of the Essence of God.

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Pubblicato

2007-11-30

Fascicolo

Sezione

Studi