Nel 25º anniversario dell'enciclica Evangelium vitae. Presentazione

Autori

  • Pablo Requena

Abstract

Venticinque anni fa veniva pubblicata l’enciclica di san Giovanni Paolo II Evangelium vitae sul valore e l’inviolabilità della vita umana. L’enciclica vide la luce in un momento storico in cui assieme a tanti segnali positivi sulla considerazione del valore della vita, si promuovevano in non poche parti del mondo, legislazioni contrarie alla vita umana nelle fasi in cui essa appare più fragile: l’inizio e la fine. La bella meditazione sul vangelo della vita offerta in questo scritto è servita ai cristiani e a tante altre persone a considerare che «la vita è sempre un bene» (EV, 34), anche in quelle circostanze e situazioni complicate che potrebbero farci pensare che la soluzione più adeguata sia la sua eliminazione.

In occasione di questa ricorrenza, Papa Francesco ha sottolineato l’attualità del suo messaggio: «Oggi, ci troviamo a rilanciare questo insegnamento nel contesto di una pandemia che minaccia la vita umana e l’economia mondiale. Una situazione che fa sentire ancora più impegnative le parole con cui inizia l’Enciclica. Eccole: “Il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù. Accolto dalla Chiesa ogni giorno con amore, esso va annunciato con coraggiosa fedeltà come buona novella agli uomini di ogni epoca e cultura” (EV, 1)» (Udienza generale, 25-III-2020). Assieme al Pontefice vorremmo anche noi, con questo numero monografico della rivista, fare un appello a rispettare, difendere, amare e servire ogni vita umana (EV, 5).

In questo volume si offrono alcuni contributi di professori universitari che entrano in dialogo con la principale produzione accademica che l’enciclica ha suscitato. Alcuni di essi si riferiscono a questioni di natura più teorica, mentre altri sono temi pratici su cui le indicazioni dell’enciclica hanno significato una vera evoluzione all’interno del Magistero sulla vita. Tra questi si trova sicuramente il tema della pena di morte, su cui l’Evangelium vitae è stata un vero spartiacque. Infatti il testo di Giovanni Paolo II, tenendo presenti gli sviluppi dell’organizzazione
penale degli Stati, segnalava che l’uso della pena capitale doveva limitarsi a casi veramente rari, se non addirittura inesistenti, in cui la sicurezza delle persone e la protezione del bene comune non potessero essere garantire in altro modo. Questa indicazione chiudeva tante altre possibilità che la tradizione morale plurisecolare aveva visto come possibili applicazioni eticamente giustificate. Questo sviluppo della riflessione ecclesiale sulla pena di morte culminerà con il Rescritto pubblicato il 2 agosto 2018 in cui il Romano Pontefice ha approvato la nuova redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica in cui si dice che «la pena di morte è inammissibile». Su questo tema il prof. Faggioni offre un originale status quaestionis in cui si può osservare il percorso storico della riflessione sulla pena capitale, passando in rassegna gli autori più importanti di questa storia, e mostrando in modo convincente la continuità dottrinale delle indicazioni degli ultimi pontefici con il Magistero precedente.

Un altro tema sul quale l’enciclica ha provocato una ampia riflessione e anche seri dibattiti all’interno del mondo universitario cattolico, è quello del ruolo dei parlamentari nelle votazioni riguardanti le leggi che in qualche modo attentano alla vita umana (EV, 73). In un esteso studio il prof. Gutiérrez offre una sintesi delle varie interpretazioni di questo numero entrando nel merito delle argomentazioni offerte, facendo vedere i limiti che alcune di esse presentano a livello della teoria dell’azione e del rapporto tra etica personale ed etica politica. Su quest’ ultimo tema si colloca anche l’articolo del prof. Rodríguez Luño in cui sostiene che il compito dello Stato riguardo alla vita umana deve essere quello di promuoverla e custodirla, e che mai potrebbe giustificarsi un diritto alla morte garantito dallo Stato. La prof.ssa Sgreccia rilegge l’enciclica indagando invece il modo di presentare il messaggio cristiano sulla vita nel contesto delle nostre società moderne e in confronto con la cultura laica. La sua proposta è quella di un “realismo critico” che, ancorato a beni oggettivi, sia in grado di intercettare la sensibilità moderna nel modo di valutare situazioni esistenzialmente complesse.

Su un versante più teorico si muovono gli altri tre contributi. Il prof. Kaczor opera una lettura dell’enciclica nella prospettiva del binomio fede-ragione per mostrare come vengono illuminate con toni diversi tante questioni della morale della vita quando si considerano sia nella prospettiva religiosa che in quella scientifica. Il prof. Kampowski offre una rilettura in positivo del rapporto classico tra contraccezione e aborto, mettendo in luce la relazione esistente tra la castità e il rispetto della vita umana. Da parte sua, il prof. Requena prende in esame il concetto di “sacralità della vita” e il modo in cui esso viene impiegato da Evangelium Vitae per affermare che, malgrado le critiche ricevute anche nell’ambito della teologia cattolica, si tratta di una categoria molto valida per la riflessione cristiana sul valore e il rispetto della vita umana. Una indiretta conferma di questa conclusione si può vedere nella recente enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti, dove si presenta la “sacralità della vita” come manifestazione del vero culto a Dio (n. 283).

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Pubblicato

2020-11-30